PER DIFENDERE IL PATRIMONIO GENETICO
Quelli che sono nati fino agli anni sessanta del secolo scorso, i cinquantenni, hanno ricevuto dai genitori, oltre alla vita stessa, un regalo immenso: un patrimonio genetico intatto, sano, naturale. Perché all’infuori delle metropoli e dei grandi complessi industriali e petroliferi non c’era ancora un’aria infetta, un’acqua e i cibi ripieni della nostra “civiltà”, le cui presenze indesiderate hanno cominciato a mutare il nostro patrimonio genetico, insieme all’uso indiscriminato di farmaci sintetici, di vernici tossiche con cui abbiamo verniciato le pareti delle case in cui vivevamo e i mobili.
ORGANIC FOOD
Essere un agricoltore biologico (100.000 solo in Italia) vuol dire non praticare la monocoltura nei propri terreni, vuol dire non usare diserbanti, pesticidi, concimi chimici. Vuol dire allevare bestiame curando il suo benessere, alimentazione sana, spazi liberi, se sta male curarlo con la medicina omeopatica. Gli agricoltori biologici non si sono mai macchiati dell’infamia dei pulcini in batteria che diventano polli in 35 giorni anziché in cinque mesi come vorrebbe il ciclo naturale.
Cosa può venir fuori da un’alimentazione simile che dura per un paio di generazioni? Allergie, intolleranze, infertilità, abbassamento delle difese immunitarie, mutamenti genetici con conseguenze imprevedibili tra 3-4 generazioni. L’agricoltore biologico è un lavoratore che vuol fare bene il suo mestiere, che vuol produrre qualità e non solo quantità.
IL CONSUMATORE BIOLOGICO E LA SOLIDARIETA’
Il consumatore che cerca cibi biologici è un cittadino che si rende conto di tutto ciò, che ama i propri cari, specialmente i piccoli e con le sue scelte quotidiane vuole privilegiare i produttori biologici nonostante questi cibi costino di più. Costano di più perché con soltanto il 2-3% dei consumi come in Italia, Germania, Austria, non si sono ancora raggiunti i volumi di un’economia di scala che ridurrebbe i costi. Il consumatore biologico è un cittadino attento a tutto ciò che è giusto, in genere si cura con le medicine dolci (omeopatia, erboristeria), è favorevole alle energie rinnovabili, richiede i prodotti del commercio equo e solidale. Come il progetto “Caffè di Haiti” promosso dalla mia cooperativa e Pascucci per “pagare un debito di giustizia” e che aiuta alcune centinaia di famiglie a continuare a coltivare caffè perché lo paghiamo un prezzo giusto.
IL BIOLOGICO E’ L’UNICA BARRIERA CONTRO GLI OGM
Gli agricoltori e i consumatori biologici, forse proprio grazie all’alimentazione sana che praticano, hanno mantenuto intatte le capacità di scegliere ciò che è buono e ciò che non lo è. Infatti sono fortemente contrari alla coltivazione e alla libera circolazione dei cibi OGM. Il pifferaio magico dei f.lli Grimm non li ha convinti per niente e non credono alla favola che sostiene siano utili a vincere la fame nel mondo ma li vedono come un ulteriore danno al patrimonio genetico del pianeta ed un prepotente mezzo per il controllo e la proprietà del cibo.
Piante, erbe, fiori, alberi ci difendono dalle conseguenze della nostra stoltezza, che ha privato il corpo della propria pelle.
Che cosa sarebbe, se non questo, il buco nell'ozono provocato dall’effetto serra che sta riscaldando l’Artico e che peserà sulla sorte degli oceani, del cibo per gli animali e della nostra vita? E tutti i veleni che facciamo respirare alle piante e alla terra e a noi stessi? Quando vedo nelle campagne e nei frutteti i miei simili spargere diserbanti e antiparassitari penso ad Attila, che in confronto a loro era un lord inglese.
«La verde forza vitale genera le gemme e dalle gemme il frutto. Anche dal legno secco germogliano di nuovo le gemme grazie alla forza verde. Tutte le creature hanno qualcosa di visibile e qualcosa di invisibile in loro. Ciò che vediamo è solo una debole ombra; molto più potente e vitale è ciò che non si può vedere».
Così scrive la celebre badessa Ildegarda di Bingen nel 1200. Le piante, gli animali, il lavoro dell’uomo nutrivano l’anima e il corpo in un disegno coerente che ci dava la forza di comporre canti, musiche, di creare arte, monumenti, poesia. Il cibo pessimo di cui ci nutriamo, il rumore, la visione continua di brutture, l’inquinamento di tutto, le regole infrante e la tradizione cancellata hanno rotto l’incanto della vita. Rompere questi delicati e straordinari equilibri è un crimine che Guido Ceronetti (celebre scrittore Italiano) vorrebbe aggiungere, in positivo, al Discorso della Montagna: «Beati quelli che hanno le mani pulite da crimini ecologici». Mangiare non è soltanto piantare, raccogliere, trasformare e cuocere il cibo. Mangiare è dono, spiritualità, amicizia, fraternità, bellezza, calore, colore, sapienza, semplicità, compagnia. Diventa invece una tortura quando ne affidiamo alla tecnologia industriale la preparazione, quando riempiamo i cibi di conservanti, coloranti, aromi di sintesi. Quando dedichiamo a un pasto non più di 7-8 minuti. Capisco i ritmi odierni, ma allora bisogna scegliere un cibo semplice e leggero, seppure nutriente.
Tratto da “MACCHERONI ACQUA E FARINA”
di Gino Girolomoni Ed. Jaca Book- Milano
GINO GIROLOMONI